La critica su “La valigia dei destini incrociati”

Sipario
Ed ecco dunque l’atto unico La valigia dei destini incrociati, ambientata nella stazione di un piccolo paese nell’estate del 1943, poco prima dell’arresto di Mussolini il 25 luglio di quell’anno. Ed ecco In questa notte senza luna, definita dal drammaturgo Ballattetta fantastica per voce sola ed ombre, con un solo protagonista, il narratore. In entrambi i casi, naturalmente, protagonista è anche una valigia, da cui emergono burattini ad impersonare allievi e maestri e a conferire un tocco di coralità e lievità al racconto.
Myriam Mantegazza

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Close-up
Come raccontare il dramma dell’Olocausto con poesia e originalità? “La valigia dei destini incrociati” è un tuffo nelle viscere del nostro passato e del nostro presente.
Giammario Di Risio

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Mosaico
Un testo scritto per il teatro che sembra adattarsi perfettamente anche ad una lettura come semplice racconto, oppure come rievocazione storica ma con un linguaggio semplice e al tempo stesso diretto e quasi poetico, che non nasconde ma -anzi rafforza ancora di più- l’assurda atrocità di quelli anni ancora oggi inspiegabili.
Roberto Zadick

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Tra Virgolette
Lo spettacolo – rievocando un topos consolidato come quello del treno – riesce nell’intento didattico, perché comunica messaggi complessi con parole semplici e con immagini forti, insistendo molto sul rapporto tra le idee e le parole stesse.
Martina Micillo

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La Finestra sulla scena
Ecco, allora, che dalla scena, il fumo e la nebbia dei tempi che furono arriva fino agli spettatori, a diramare ombre e strappare lacrime di commozione, dolore, impegno. David è sceso dal treno. Ebbene: ancora oggi si trova tra noi.
Sandra Cervone

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Freevillage
La parte fantastica è opportunamente affidata alle ombre e alle loro voci:
– il piccolo David, sporco senza averne colpa, affamato e inseguito dalla paura di essere avviato ai campi di sterminio è il simbolo autentico che riassume in sé lo stato d’animo e la condizione di tutti i bambini appartenenti a famiglie ebraiche:
– il cattivo ufficiale della ss è l’orco delle vecchie favole, e la kapò, la rappresentazione orrenda delle streghe.
– Il treno che con le sue luci squarcia le tenebre della notte e imbarca un carico di ombre ricorda il viaggio disumano degli ebrei nei vagoni piombati.
Gennaro Aceto

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Forumnews
Il personaggio che a mio avviso è più significativo è David: un bambino che si manifesta in scena come ombra, suono, un ebreo di poco più di dieci anni che non parla ma che fa parlare di sé, che fa riflettere non solo gli altri personaggi ma il suo pubblico, perché dietro i suoi silenzi si nascondono parole indicibili per la bocca di un bambino.
Alessandra Di Nucci

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Sentieri Selvaggi
Un piccolo racconto morale che sfiora la purezza narrativa di Gianni Rodari
Fabiana Proietti

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Close-up
Leggere questa pièce è come respirare finalmente aria pura: liberi dalle innovazioni forzate e dalla sterilità di molte avanguardie contemporanee, ci troviamo di fronte ad un testo ricco di inventiva sia narrativa che stilistica.
Monia Manzo

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esc@rgot

Quel che è veramente forte è la percezione della paura. L’autore lavora, attraverso il meccanismo dell’immedesimazione, profondissimo nel pubblico infantile, su un tema decisivo per la peculiarità psicologica degli spettatori bambini: la paura di essere scoperti, pur senza terrorizzarli.

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