Eva (racconto)

copertina per fbIncipit

Aveva indosso il vestito lacero della fatica quotidiana.
Donna abbastanza per lavorare con le altre, ma ancora bambina quando, a pranzo, si calcolavano la razioni nei piatti di quelle volte che si riusciva a mettere qualcosa sotto i denti.
Non le piaceva quel vestito a fiori tutto sporco e tutto liso che le cascava da tutte le parti come fosse cucito di alghe. Né le piacevano gli strappi del tessuto che lasciavano intravedere agli occhi più curiosi la pelle sporca e un po’ bruciata dall’estate da poco passata. E non perché mostrassero troppo, ma perché le sembrava che quel che c’era da vedere fossero alla fine solo fame e nervi.

 

Motivazione del Premio Giovane Holden 2015 per il Miglior Racconto inedito
Sullo sfondo della Seconda guerra mondiale lo stupro di una ragazzina, da parte di un giovane soldato tedesco poco più grande di lei, è descritta con rara maestria. Alessandro Izzi fotografa i protagonisti quali vittime sacrificali: il carnefice che diventerà suo malgrado schiavo del terribile e deprecabile delitto con cui ha privato la ragazza della sua innocenza; lei, rimasta incinta, è incatenata per sempre al ricordo della bieca violenza subita. Nel fattempo viene annunciata la fine dell’occupazione tedesca ma né carnefice né vittima potranno mai più essere liberi. Racconto splendido. Argomento trattato con epifanica sensibilità e maturità stilistica.

 

Eva in I GIOVANI DI HOLDEN; Giovane Holden edizioni; 2015.
Poi in COME SEME SOTTO RAFFICHE D’INVERNO; Giovane Holden edizioni, 2016.