La Critica su “Come seme sotto raffiche d’inverno”

Close-up
E il senso di raccontare oggi eventi in tutto e per tutto simili a quanto non solo la nostra letteratura, ma anche il nostro cinema ha saputo vividamente illustrare nel lungo periodo altalenante tra il bianco e nero e il colore, non risiede soltanto nella necessità di recuperare un ricordo sbiadito dalle tante celebrazioni che sulle generazioni più giovani producono forse l’effetto di ottunderlo più che tenerlo acceso e vivo; ma anche, e forse soprattutto, di far scattare l’automatismo della comparazione con quanto si vede riportato in rete o dai notiziari della televisione, e riconoscere nei volti segnati dallo spavento dei bambini, nelle lacrime di una madre con il figlio morto sulle ginocchia, negli scheletri delle città rase al suolo, nella follia dei gesti insensati degli invasati pronti a morire in nome di un’idea spacciata per credo religioso che nega la vita invece di esaltarla nell’amore e nella pace, gli stessi personaggi che popolano le pagine di Izzi, trascinati poco più di mezzo secolo fa in un identico baratro di universale, insensata follia.
Anton Giulio Onofri

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Premio Scriviamo insieme
Alessandro Izzi propone un’opera breve: nove racconti come altrettanti quadri tutti
dedicati alle atrocità della guerra, vista da angolature personali attraverso gli occhi di personaggi via via diversi. I rimandi sono al passato recente dell’ultima grande guerra, ma a pensarci bene, ogni racconto potrebbe essere invero ambientato in Siria o in Sudan, o in qualunque altra parte del mondo dove ancora oggi morte e atrocità sono il pane quotidiano. Perché oggi noi tutti viviamo una qualche guerra che direttamente o no ci colpisce: anche se precariamente al riparo, siamo al fronte.
Inutile farsi illusioni.
Motivazioni della segnalazione al Premio Scriviamo insieme

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Visioni da Captaloona
Una raccolta di racconti per noi pregevolissima che parla di miseria e disperazione, scritto con grande maestria. la lettura è piacevole, scorrevole. Racconta storie minime immerse in un caos molto più grande e dà valore ai piccoli eroi della storia di cui mai si parla. Il piglio narrativo è un bene ormai assai raro e qui non manca. Questo è un ottimo lavoro di immersione nel nulla e nel poco.
Claudio Fiorentini

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